venerdì 14 settembre 2012


Escursionisti del pianeta a piedi nudi, in cerca di forze bioelettromagnetiche
Seconda parte

Il corpo umano è simile, in termini di acqua e minerali, alla composizione della Terra ed entrambi sono ottimi conduttori di elettroni. I fenomeni naturali come le radiazioni solari, le scariche elettriche dei fulmini e l’energia generata dal nocciolo interno del pianeta, alimentano la Terra di elettroni negativi liberi che pulsano in continuazione sulla sua superficie. Gli elettroni si spostano sopra, dentro e attraverso il corpo dell’uomo e degli animali ma solo quando c’è un contatto diretto con il terreno.


In base alla posizione del sole, il potenziale elettrico presente sulla superficie della Terra aumenta o diminuisce. Durante il giorno, infatti, la carica di energia è maggiore, a sostegno delle attività quotidiane da svolgere nell’arco della giornata, e meno carica durante le ore notturne, per favorire il sonno. Questo schema quotidiano, alto-basso, mette in moto e coordina i meccanismi interni del corpo che regolano il ciclo sonno veglia, la produzione di ormoni e il mantenimento dello stato di salute. Sono nati varie ricerche a riguardo, sia per valutare gli effetti di tali cariche elettriche sulla salute dell’uomo, ma anche come ha inciso il contatto dei piedi con la Terra (vedi Prima parte) sull’evoluzione umana e cosa ha cambiato il fatto di aver indossato le scarpe ad un certo punto della storia evolutiva.
William Rossi, medico podologo del Massachusetts e studioso degli effetti provocati dalle scarpe sui piedi, in un articolo del 1999, “

Why Shoes Make "Normal" Gait Impossible”, su Podiatry Management, sosteneva che un’andatura “naturale” è biomeccanicamente impossibile a causa delle alterazioni causate dalle scarpe a carico di meccanismi e sistemi corporei: la naturale posizione del piede, l'allineamento posturale, l'equilibrio del corpo e la distribuzione dei pesi. Il termine “normale” si riferisce ad uno standard preso come media accettabile; il termine “naturale” è l’andatura corretta, senza difetti di forma e di funzione, e riguarda coloro che vivono a piedi nudi, puri escursionisti del pianeta. L’andatura di coloro che indossano scarpe nelle società occidentali viene considerata normale, mentre coloro che non indossano scarpe hanno un’andatura naturale. I due modi di camminare hanno notevoli differenze. L'andatura visibilmente difettosa in coloro che indossano le scarpe può spesso essere corretta e resa normale, ma non potrà mai essere naturale, fino a quando le scarpe convenzionali saranno indossate.
La Podologia, purtroppo, insieme a tutte le altre specialità mediche, ha dato poca attenzione al ruolo delle forze bioelettromagnetiche, relativamente alla risposta sensoriale del piede a contatto con la Terra ed al fatto che tali forze esercitano un'influenza enorme sulla deambulazione. La pianta e le punte delle dita dei piedi contengono oltre 200.000 terminazioni nervose, forse la più alta concentrazione che si possa trovare sul corpo comparabili con una tale superficie. I nervi presenti sulle piante dei piedi sono il nostro unico contatto tattile con il mondo fisico che ci circonda. Senza di loro avremmo perso l'equilibrio e l'orientamento. Se le zampe di un animale sono "desensibilizzate", l'animale non potrebbe sopravvivere nel suo ambiente naturale per più di un'ora. L’ortopedico Philip Lewin dice che "Il piede è il legame vitale tra la persona e la terra, la realtà vitale della sua esistenza.
Daniel E. Lieberman, Professor of Human Evolutionary Biology, Harvard University, ha studiato i modelli di appoggio e le forze di collisione dei piedi  mettendo a confronto persone che corrono abitualmente a piedi nudi con persone che corrono con le scarpe. I corridori a piedi nudi, nella maggior parte dei casi, affrontano l’impatto con il suolo appoggiando prima l’avampiede e qualche volta la parte mediana o il tallone, con questo senza generare forze di collisione elevate. Invece, coloro che calzano le scarpe impattano sempre con il tallone perché facilitati dall’imbottitura della scarpa moderna, generando così più elevate forze di collisione in parte assorbite dalla struttura della scarpa. Nel primo caso, corsa senza scarpe, si possono percorrere lunghe distanze senza che il piede ed il corpo subiscano traumi. Nel secondo caso, corsa con le scarpe, il continuo impatto del tallone sul suolo, nelle lunghe distanze, può generare traumi  a livello del piede, del ginocchio e della colonna vertebrale. Quindi, l’ipotesi è che quando l’uomo camminava a piedi nudi o con scarpe minimali, il modo di appoggiare il piede era più vario ed era molto comune atterrare con l’avampiede o la parte mediana, consentendo di proteggere il piede e gli arti inferiori dai traumi da impatto, danni a cui oggi sono soggetti dal 30 al 75% dei corridori con scarpe (ved. Video del Prof.).

I nostri antenati ed anche quelli più recenti, sono stati esperti corridori di resistenza, su lunghe distanze, per più di 1 milione di anni. L’uomo si è evoluto correndo e questo contribuisce a spiegare le nostre capacità atletiche e la nostra suscettibilità alle malattie moderne. Questa evoluzione, probabilmente, si è avuta per consentire all’uomo di poter praticare la caccia con capacità aerobiche elevate e di grande resistenza, fino all’invenzione relativamente recente della tecnologia del proiettile. Fino alla prima metà degli ani ’70, l’uomo correva senza le scarpe oppure calzando scarpe minimali tipo sandali o mocassini con materiali per giunta conduttivi. Secondo le teorie evoluzionistiche il piede umano si è adattato a percorrere lunghe distanze a piedi nudi per cui, contrariamente alle credenze popolari, il piede è adatto a coprire lunghe distanze senza dover indossare scarpe da corsa moderne, eccessivamente ammortizzate e con tacchi alti.
Marcello Scotti

Per sapere e conoscere di più

Nessun commento:

Posta un commento